Frammenti di un amore

Ogni parola ha il suo odore: esiste un’armonia e una disarmonia degli odori e dunque delle parole.

Umano, troppo umano. II.119.F.Nietzsche

E la parola amore ha un odore ben preciso, forte, pungente, un odore che nulla ha a che vedere con il profumo delle rose, il miele, i violini. Coloro che sentono questi odori nella parola amore è perché non lo hanno mai vissuto veramente. Si dice che nella vita ci si possa innamorare una volta soltanto ed io ne sono convinta, penso che tutte le altre volte in cui crediamo di amare una persona, in realtà amiamo l’Amore in quanto pensiero, concetto ed il suo potere di seduzione è immenso. L’odore dell’amore è qualcosa che fa male, entra dalle narici e ti sconquassa le viscere, ti prende e ti rovescia al contrario mettendo in bella mostra la tua carne, il sangue che scorre nelle vene, i polmoni, il cuore che pulsa… e non è un grande spettacolo, credimi, nulla a che vedere con un bel paio di gambe e le curve di un corpo. L’odore dell’amore è quello della fine del mondo, delle lacrime, è quello del respiro mozzato, della necessità, dell’impossibilità ed al tempo stesso della ricerca oltre ogni possibile, è quello della mancanza.

Onde

Mi hai parlato addosso tutta la notte
– inutile – stupida notte di parole noiose e annoiate. 
Poi, la tua piccola onda mi ha annegato. 
 

b©r – 2007

L'ultimo grido

Leonor Fini, La grange batelière, 1977
Nuda ti offro il ventaglio schiuso
e non sospetti siano ali
mentre forgi la lamiera dell’imminente volo
tu giunco   
io vento.
Ho sete
riempi il calice
E’ di gioia l’ultimo grido rauco del gabbiano
sino a che sciogli dal mio corpo di pesce i tuoi legacci.
Galleggio su un lenzuolo d’acqua
fradicia Ofelia vorrei annegare
se solo della tua voce mi potessi liberare.
 

b©r – 2007

A A A Affittasi

Vendo, affitto, regalo a un cuore nuovo
La stanza del mio vecchio inferno
Con vista su di una luna sempre ubriaca
E sulla costellazione di stelle
Che hanno formato i tuoi occhi
Quando ti ho detto addio.
 

b©r – 2007

Perdono

Enrico Colombotto Rosso
Per tutta la notte
hai sgranato l’ininterrotto rosario delle mie menzogne.
E’ l’alba
e non compare ancora il perdono
tra le rughe del tuo dormiveglia.
 

b©r – 2007

Peccato

Ph. Christian Martin Weiss
Mi manca di te la tua indifferenza,
quella che fingi quando ti sfioro appena con la mano o il mio pensiero
e tu nascondi quel brivido che sale lento, ma io lo so, lo sento.
        No, non è peccato.
Mi manca di te la tua rabbia,
quella che fingi quando mi fermo ad ascoltare ogni tuo sospiro, ogni tuo lamento
e tu nascondi dietro il mio, quieto, il tuo cuore impazzito, ma io lo so, lo sento.
    No, non è peccato.
Mi manca di te la tua ossessione,
quella che fingi quando hai paura che un altro possa riempire di sé la tua assenza
e nascondi quel sospetto dentro ad un piacere stanco, ma io lo so, lo sento.
    No, non è peccato.
Ti ho lasciato sul comò quello che di me ti manca,
solo un pizzo trasparente e una tazza di caffè,
quel profumo di magnolia e la mia crème brulée.
Tutto il resto non lo trovo.
Non è stato o l’han rubato?
Mi dispiace, amore mio, se non ti è rimasto niente,
era un ladro innamorato.
    Questo sì che è un peccato.

 

b©r – 2007

 

Algoritmo

Ho camminato sulle tue impronte
       intatta nel mio abito da sposa
come uno scarabeo imprigionato in un pugno d’ambra.
Hai lacerato appena con gli artigli l’imene di pizzo
si allarga ancora la macchia rossa di eterno amore
mentre strizzo la vita nel mio corpetto rattoppato.
Dormi capelli grigi – dormi rughe sulla fronte
I miei piedi sull’orizzonte dei tuoi occhi chiusi.
Non scorderai il pianoforte, non scorderai neppure me.
Ho scoperto l’algoritmo dell’armonia perfetta.

 

b©r – 2007

 

Arvea

Ph. Francesca Woodman
Granello intruso dentro al corpo tiepido
protetto da un mantello da cui non può scappare
l’iridescente lacrima ininterrottamente copre
e fa di ogni dolore Arvea, una splendente gemma.
Non finirò mai di partorire le perle del mio amore
e ne farò collane con cui vestire a nudo
il manichino stanco che scricchiola davanti alla finestra
un bouquet di lillà al posto della testa.

 

b©r – 2007

Eclissi

Opera Joanna Crobak
Una spirale di vento cattura l’afrore di corpi in tumulto
Lampi di cielo squarciano in lembi la pelle
                                  Notte di fiamme accesa
Eclissa la luna il tuo cuore di caramello
mentre io scivolo a piedi nudi su traboccanti sensi.
 
b©r – 2007

Plissé

Ph. Natalia Drepina
Lento fluttuare di domande antiche
            tra le pieghe del mio serico plissé.
                      Com’è fatto l’amore?                              
Vorrei dormire nel miele delle tue risposte
             ma tu distendi il tessuto e sorridi
             e dipani il filo traslucido del silenzio.
Funambula guardo lo specchio vuoto
             il velo da sposa sugli occhi
             nella mia bocca un tuo capello.
                        Com’è fatto l’amore?
 
b©r – 2007
 
 

Atarassia

Roberto Ferri
Dolce angoscia cui non voglio sottrarmi
è questo galleggiare nella tua atarassia.
Quanto tempo ti ho aspettato
Romantico    lunatico    cinico    amore mio.
Ti neghi lasciando qua e là sorrisi confusi
cancelli la pervinca dai tuoi occhi
per non farti guardare
Mistico    concentrico    diabolico    amore mio.
Metti un punto rosso                        fatti seguire
oltrepassa l’intenzione
maledetto poeta continuo a vagare
Platonico    istrionico    fisico    amore mio.
Chiuso qui dentro nel tabernacolo di cangiante raso
ora afferri le mie dita
malinconica e tardiva epifania.
Di me ti vuoi nutrire
Anoressico    angelico    bulimico    amore mio.

 

b©r – 2008

A mia madre

Mia madre
Lama di luce su scheletrici pensieri
penetra sino alle radici della memoria
e la feconda di una vecchia figlia, di una giovane madre.
                                                              E’ già passata di qui?
Tuona nel bosco nero il frastuono dei silenti
lo dilacera il bagliore degli assenti.
Aria di temporale – cammino fianco a fianco
di stele inquiete e affrante.
                                                              E’ già passata di qui?
Arrivi all’improvviso
i piedi nella terra, gli occhi dentro il cielo.
È ancora linfa nelle vene
ed è corteccia la pelle rinnovata
su scorticate ossa.
La tua piccola mano. Ti sento. Contatto.
Tu sei quindi io sono.
 
b©r – 2008

Estranei all'improvviso

Ph. Rodney Smith
Le distanze si allungano come ombre
Ora sono chiari i confini, il mio inizio, la tua fine
è sempre difficile capire l’inizio della fine.
Estranei all’improvviso
Devo spiegarti le mie parole, devi spiegarmi le tue
Due scacchisti – l’uno di fronte all’altra –
Attendo la prossima mossa.
Estranei all’improvviso
Due pesci che si guardano attraverso il cristallo di un acquario
Uno dentro – l’altro fuori
A chi tocca ora respirare?
Viviamo in apnea sino all’ultimo istante di questa lenta eutanasia.
E non amore sia.

 

b©r – 2011